lunedì 22 ottobre 2012

DESIDERATA EXQUISITA n° 7


Microgalleria dellʼaccademia, 27  giugno 2012, performance con Attilio Cianfrocca
Chiude lo spazio MICROGalleria dell’accademia, fondato nel luglio del 2004 presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e, con una performance, Attilio  toglie tutte le scritte che caratterizzavano questo spazio, che torna ad essere una comune aula, all'ultimo piano dell' accademia .  
Prosegue invece la ricerca sulle pratiche espositive del progetto MICROGALLERIA.
 
 
 
                           
BYE BYE MICROGALLERIA
Video di Anna Maiorano e Cristina Reggio, 2012

Vittoria Biasi
L’aula centrale dell’ultimo piano dell’Accademia dell’Aquila ha un’ampia storia di ricerca. Dal 2004 Anna Maiorano e Cristina Reggio, sentendo lo spazio come luogo o corpus vivente, con l’animismo proprio dell’arte, hanno avviato il progetto MICROGalleria (MG). Qui segni, passaggi di studenti, impronte di senso sono nate dalla percezione della luce, dal desiderio del confronto nell’incontro con l’anima.  Le curatrici, accanto a giovani artisti e studenti , hanno curato performance, eventi, mostre vissute, costruendo un’esperienza, una sintassi partecipativa da cenacolo, da gruppo di ricostruzione.
Lo spazio è stato vissuto come un luogo, come un corpo ricco di emozioni, rese evidenti e strutturate con installazioni, con opere che ne hanno messo a nudo i palpiti, l’aura. I progetti attorno cui è stata articolata la vita della MG sono stati ideati su aspetti e volti della vita, quali il dono e il desiderio.
Significativa in tal senso è l’installazione specific site Corsi e Ricorsi 2010, del gruppo Artemad, che è la trans-scrizione artistica, estetica del disastro partecipato. L’opera riporta alla mente la poetica di Montale, dove la parola, come l’oggetto – le 308 scarpe dell’installazione – è intrisa di sacrificio, di rinuncia all’eco in cui si rifugia il sentimento: come in un quadro di Morandi.

Lo spazio della MG ha costruito nel tempo una sua storia, il progetto ha alimentato una sua anima vissuta tra differenti sperimentazioni. I due momenti, speculari, riflettono l’ideologia del work in progress propria delle curatrici creatrici di una rete umana, di una concezione sociale dell’arte in cui l’humus è la condivisione di un sentimento, la riunione circolare attorno ad un segno che contagia.
Il dono, il desiderio sono tra i temi che hanno connotato i progetti espositivi e hanno la centralità nell’idea dello spostamento, dell’esodo da se stesse. Il dono esce dal territorio del donante verso altre destinazioni, rispondendo all’idea di mobilità, propria anche del desiderio. Sul proseguimento dell’idea di mobilità, Anna  Maiorano e Cristina Reggio propongono la sospensione della MG come premessa di uno spostamento, di una ricerca altra del proprio esistere. La risoluzione all over è un’iniziativa assonante con la trasformazione del pensiero progettuale, che deve traslocare, mettere in atto il trasferimento fisico, in cui abbandono e ricognizione sono rapporti di forza. Il progetto ha il suo passaggio nella ritualità performativa di Attilio Cianfrocca. L’artista è tra i fondatori del collettivo Artemad, impegnato in un’ideologia di dialettica con alcuni processi sociali e culturali. Attilio Cianfrocca è autore del tatuaggio, pratica artistica che si realizza sulla mappatura della pelle. Il tatuaggio è un rapporto con la fisicità, con la base umana, determinando una coscienza che si nutre di sensazioni vere sublimate nella scrittura. Nella performance l’artista, lavorando sul corpo del luogo, effettua un’azione inversa: di spoliazione e destrutturazione dello spazio. Da ciò derivano le ramificazioni del sentimento: quello dell’assenza e del ricordo, che nella dimensione utopica intesse la memoria; e quello dell’autonomia, della libertà di déplacement propria dell’arte.
 

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