martedì 6 marzo 2012

DESIDERATA n°4



Microgalleria dellʼAccademia, 6 marzo 2012

6-3-2012, performance di Attilio Cianfrocca


Maria Cristina Reggio 
Questa è la quarta tappa del work-in-progress Desiderata Exquisita in cui si sperimenta una modalità produttiva basata sull’interazione dei desideri di diverse persone. Nel corso della sua performance, Attilio, tatuatore di professione, imprime in forma indelebile, sulla pelle di chiunque lo desideri, un numero a scelta, da 0 a 99. Il titolo della performance dichiara solo la data e la durata dell’azione, espresse in cifre numeriche e i numeri svolgono in questa circostanza diversi ruoli. Da un lato circoscrivono e collocano in un tempo definito l’azione performativa, dall’altro “segnano” nelle loro forme astratte i desideri di chi li sceglie, prosciugando, con la loro asciuttezza muta, la potenza semantica che apparterebbe ai tatuaggi, divenuti ormai una pratica “estetica” contemporanea commerciale assimilabile a un comune maquillage. Quella di Attilio è un’operazione che stringe in un rapporto strettissimo il suo desiderio di autore con quello del pubblico che interviene, e il cui oggetto-soggetto è la pelle, quella superficie che, avvolgendo interamente il corpo, costituisce il primo confine tra un individuo e il mondo esterno. La pelle è un territorio che, al tempo stesso, separa e unisce l’interno con l’esterno, una superficie che necessita della garanzia di un’integrità. I tatuaggi e il piercing, divenuti pratiche alla moda nell’ultimo decennio, assolvono il compito di simulare un oltraggio a questa integrità, offrendo ai possessori di un disegno o di un orecchino in più, la certezza illusoria di avere superato una prova di forza che le/gli dona il segno permanente ma superficiale di un’individualità tanto più ricercata, quanto più sfuggente. Una volta tracciati in forma indelebile sulla pelle degli abitanti della postmoderne “tribù” globalizzate, questi numeri tatuati si caricano indifferentemente di mistero cabalistico oppure rievocano alla memoria i mattatoi del secolo passato, diventando non i segni, ma i simulacri di una tragica deriva identitaria che, sempre più spesso, affida a una successione di cifre la possibilità di riconoscimento di una persona. Non un nome, ma ancora un numero che, risultato della somma di tutti quelli scelti dal pubblico e tatuati nel corso della giornata in Accademia, Attilio, imponendosi un ossessivo quanto rigoroso rituale, si tatuerà su un piede e che, in conclusione dipingerà, in un’altra scala, sul muro esterno della MG. Numeri che, somma algebrica dei desideri di quanti sono passati in un giorno dalla MG, tacciono le loro storie e ne prospettano altre, ancora inedite. Da scriversi, doverosamente, in forma di “desideri squisiti”.

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